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Filippo Sugar: il mondo della musica Made in Italy merita di essere rispettato

Il mondo della musica del nostro amato Bel Paese è davvero molto fertile. Alcuni dei nostri più importanti artisti sono conosciuti infatti in ogni angolo del mondo e sono seguiti da milioni e milioni di fan. Anche gli artisti emergenti non sono da meno, forse hanno meno fan al loro cospetto, ma riescono comunque a vendere numerose copie dei loro album. E poi ovviamente dobbiamo ricordare i direttori d’orchestra e i compositori che spesso parlano proprio italiano, perché l’Italia, lo sappiamo bene, è un paese da sempre avvezzo alla musica, al ritmo, alla melodia. C’è un fenomeno che però può rendere questa crescita della cultura musicale italiana piuttosto difficile, la pirateria digitale. A dirlo è Filippo Sugar, il nuovo presidente della Siae, che ci ricorda infatti che a causa della possibilità di fruire gratuitamente ed in modo illecito dei brani musicali grazie allo streaming online il settore della musica italiana vede sfumare i suoi introiti. Non si tratta di tasse come molti vogliono credere, questi introiti alla fine altro non sono se non il giusto compenso che di diritto spetta agli artisti che quella musica l’hanno creata per noi.

Filippo Sugar ha allora deciso di riorganizzare la Siae e di darle un nuovo volto, più moderno e capace di rispondere alle esigenze degli autori di oggi, un compito questo importante e sicuramente davvero molto complesso che avrà bisogno di tempo, pazienza e grande determinazione, tutte doti queste che a quanto pare però non mancano al nostro Filippo Sugar. Forse anche per questo la sua è stata una vittoria con larga maggioranza, un uomo che è stato fortemente voluto quindi a capo della società proprio per le sue idee rivoluzionarie e al passo con i tempi che corrono.

Secondo Filippo Sugar grazie ai cambiamenti che avverranno in seno alla Siae sarà possibile rispettare al cento per cento la cultura italiana e permetterle finalmente di essere esportata senza andare necessariamente ad omologarsi alla cultura degli altri paesi, mantenendo cioè intatta la sua identità. Certo, dobbiamo ammettere che il mercato musicale del nostro Bel Paese ha vissuto anche momenti non particolarmente rosei, ma di sicuro basta un po’ di buona volontà per riuscire a cancellare tutto questo e per riuscire a far di nuovo quindi decollare la nostra cultura fatta di tradizione e voglia di innovazione.

Molti insomma i cambiamenti in vista per una Siae che avrà finalmente un volto del tutto nuovo, per una Siae sempre più moderna. Filippo Sugar era l’uomo che la Siae stava quindi aspettando, capace di prendere le giuste decisioni in modo determinato e anche, ammettiamolo, piuttosto caparbio.

Con “Fellow” un nuovo ponte tra Toscana e Usa

 

Si chiama “Fellow”, è la prima rivista italiana di questo genere totalmente bilingue, cioè con i testi interamente tradotti anche in inglese. Nasce a Firenze e punta a diventare un nuovo ponte di amicizia e dialogo tra la Toscana e gli Stati Uniti. Ma le ambizioni sono ancora più alte, perché se in questi mesi si è parlato molto di Usa, in occasione del cammino che ha portato Obama alla presidenza, mancava ancora uno strumento in grado di condividere idee e opportunità dell’economia, della scienza, della ricerca, dalle possibilità di import-export alle nuove frontiere della medicina e delle biotecnologie. «Una rivista che di fatto segna un’ulteriore importante tappa nel rafforzamento dei legami già di assoluto rilievo che esistono tra la Toscana e gli Stati Uniti – ha ricordato il vicepresidente Federico Gelli – Basti pensare alla straordinaria presenza di sedi di università americane sul nostro territorio o ai dati del nostro export in Usa soprattutto per quanto riguardo l’agroalimentare di qualità, oppure a esperienze di grande significato etico e formativo, quali quelli che hanno portato gli studenti della Syracuse University al lavoro nei campi confiscati alla mafia, fianco a fianco con i loro coetanei italiani. Solo alcuni esempi dei legami che esistono e che non possono che essere ulteriormente alimentati da una rivista come Fellow»
Tra le iniziative ricordate da Gelli come esempio di proficue relazioni tra la Regione Toscana e gli Usa anche il progetto Best (Business exchange and student training, borse di studio per giovani toscani nella Silicon Valley). Senza dimenticare le 24 sedi universitarie presenti a Firenze, con circa 800 corsi attivati negli ultimi anni.
Tra gli obiettivi di “Fellow”, la promozione delle attività imprenditoriali e intellettuali toscane negli Stati Uniti, oltre a un’attenta osservazione del mercato finanziario americane e delle sue potenziali capacità di attivare nuovi investimenti nella nostra regione. Ma la rivista punta anche a proporsi come tramite di una più intensa collaborazione tra le università toscane e i più importanti campus statunitensi, sia nell’ambito della ricerca scientifica che della formazione di una più dinamica cultura d’impresa.