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L’ alimentare made in italy va protetto: bene l’operazione dei Nas

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Salute: bene l’operazione dei Nas. Fermezza contro i “killer” della tavola. La sicurezza è al primo posto nelle scelte alimentari degli italiani

La Cia commenta positivamente i sequestri operati in tutta Italia da parte dei carabinieri. Occorre “tolleranza zero” verso chi sofistica ed inquina il cibo e provoca gravi danni alla credibilità del settore agroalimentare italiano.

Il sequestro di prodotti alimentari destinati al consumo in pessimo stato di conservazione, invasi da parassiti e privi di sistema di rintracciabilità, conferma l’esigenza di colpire con la massima fermezza i criminali della tavola, chi sofistica ed inquina il cibo, chi truffa e specula sulla salute pubblica. E’ quanto ribadisce la Cia-Confederazione italiana agricoltori nel commentare in modo positivo l’operazione condotta in tutta Italia, nell’ultima settimana di agosto, dai carabinieri dei Nas in strutture agrituristiche, alberghi, ristoranti e nelle aziende che li riforniscono.
L’operazione dei Nas dimostra che i controlli nel nostro Paese funzionano e che -sottolinea la Cia- vanno, quindi, mantenuti sempre molto rigorosi proprio per garantire al massimo i consumatori.


D’altra parte, la stragrande maggioranza degli italiani (nove su dieci) -ricorda la Cia- vuole massima sicurezza alimentare e chiede misure efficaci per reprimere sofisticazioni e adulterazioni dei prodotti; mentre sette su dieci sono favorevoli ad un’etichetta “trasparente” che permetta di riconoscere la provenienza del prodotto. Non solo. Oltre il 65 per cento dei nostri connazionali guarda alla qualità. La sicurezza è, quindi, al primo posto nelle scelte alimentari degli italiani. Una tendenza -avverte la Cia- che è stata rafforzata anche dagli ultimi scandali alimentari e dalle vicende che hanno riguardato i sequestri di prodotti “pericolosi” per la salute. Per la Cia occorrono misure drastiche per contrastare l’adulterazione e la truffa nell’alimentazione. E’ necessaria “tolleranza zero” contro chi, attraverso azioni criminali, fraudolente e illegali, mette a repentaglio la stessa salute dei cittadini e provoca gravi danni alla credibilità del settore agroalimentare italiano. Consulta i nostri blog dedicati al lavoro e alle supplenze

Made in Italy vincente: per la prima volta lo spumante sorpassa lo champagne

 

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Per la prima volta nella storia la produzione di spumante italiano supera quella di champagne francese per la quale è stata decisa una riduzione del 44 per cento nel numero di bottiglie per contrastare la pesante crisi di mercato che sta attraversando. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la produzione stimata in oltre 300 milioni di bottiglie per il prodotto nazionale si colloca ben al di sopra dei 260 milioni dei cugini d’oltralpe, in forte calo rispetto 322 milioni del 2008 e ai 339 milioni del 2007.

Per la vendemmia che inizierà nei prossimi giorni i viticoltori e gli imbottigliatori di champagne – riferisce la Coldiretti – hanno deciso di raccogliere il 32 per cento di uve in meno nel tentativo di contrastare il crollo delle vendite in atto sul mercato internazionale con, secondo le stime del Comitato Interprofessionale dello Champagne, ben 1,2 miliardi di bottiglie ad invecchiare nelle cantine. E’ stato inoltre deciso che solo l’82 per cento delle uve raccolte potranno essere imbottigliate quest’anno mentre il resto dovrà essere stoccato in attesa di una ripresa delle vendite, con l’effetto appunto di una riduzione del 44 per cento nel numero di bottiglie prodotte.


Lo storico sorpasso del Made in Italy avviene – precisa la Coldiretti – nel primo anno di produzione del prosecco a denominazione di origine (DOC) e delle denominazione di origine controllate e garantite Conegliano Valdobbiadene prosecco e Colli Isolani prosecco (DOCG), che stanno rapidamente conquistando i mercati esteri a scapito del concorrente francese, con una vendemmia che si preannuncia ottima per qualità e tenuta dei prezzi, in una situazione generalmente difficile.

Le bottiglie esportate di champagne francese sono crollate del 41 per cento mentre – continua la Coldiretti – sono cresciute del 15 per cento le esportazioni di spumante italiano, sulla base dei dati della Federazione francese degli esportatori di vini e liquori (Fevs) e del Forum Nazionale degli spumanti relativi ai primi sei mesi del 2009.

Per effetto della crescita della domanda straniera, le esportazioni dello spumante italiano all’estero – continua la Coldiretti – hanno addirittura superato i consumi nazionali realizzando un fatturato complessivo annuale di oltre 2,5 miliardi di euro per una produzione di oltre 300 milioni di bottiglie.

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