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Una battaglia vinta per il Made in Italy: il caso Toscoro

L’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno di Alicante, organismo responsabile dei marchi a livello comunitario ha posto fine ad una controversia sollevata dal Consorzio per la tutela dell’olio d’oliva extravergine Toscano IGP contro il marchio “Toscoro”.

Il marchio registrato da un operatore del settore residente nel Principato di Monaco, è stato contestato dal Consorzio in quanto con il nome legato a prodotti tipici della Toscana, poteva confondere in consumatori indicando una falsa origine “istituzionale” come possono essere i marchi dei Consorzi. La decisione dell’UAMI è stata quella di accogliere le ragioni del Consorzio, riconoscendo come Toscoro è molto simile, sia in quanto a disposizione sia a numero di lettere, sia perché conducono ad un significato preciso geografico e quindi facilmente confondibile con la dicitura Toscana IGP.

La decisione dell’Ufficio è una bella vittoria per la tutela del Made in Italy ed è stata giustamente presa dal Consorzio Toscano come una battaglia vinta: Toscoro giocava troppo sulle assonanze e in buona o in mala fede poteva facilmente trarre in inganno i consumatori dando al prodotto del distributore un vantaggio sul mercato che non era assolutamente relativo alla qualità. Se infatti per fregiarsi del marchio Olio d’Oliva Extravergine Toscana IGP un olio d’oliva deve avere caratteristiche ben precise di origine geografica, di metodologie di produzione e di diversi altri criteri rilevati a monte nell’azienda produttrice, mentre il marchio Toscoro essendo apposto da un privato non garantisce assolutamente la stessa qualità dato che non c’è relazione tra le due cose.

L’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno di Alicante ha così annullato il marchio Toscoro dichiarandone quindi invalidata la registrazione, che tra l’altro usava anche ingredienti che non avevano molto a che fare con la zona geografica alla quale alludevano i suoi prodotti, schierandosi dalla parte del Consorzio preposto alla tutela degli autentici prodotti locali. Purtroppo, pratiche scorrette e tentativi furbeschi di appropriarsi semplicemente con un nome ed un marchio del valore aggiunto che una terra con la sua storia da ai prodotti enogastronomici, sono all’ordine del giorno ed è proprio il Made in Italy ad essere l’oggetto di questi attacchi continui. Se da un lato questo valida ancora di più la qualità incomparabile dei prodotti italiani, dall’altra rende necessaria un attenzione meticolosa da parte di produttori, consorzi, ed enti locali, nazionali ed uffici internazionali come l’UAMI nello smascherare e fermare tentativi come quello di Toscoro.

L’importanza del commercio estero per il made in Italy

I prodotti italiani sono destinati ad essere ‘consumati’ sempre di più oltre confine e grazie al commercio estero il made in Italy continua ad avere un saldo nettamente in attivo. Il marchio Italia, dunque, è in forte espansione per effetto della domanda estera che riporta la bilancia dei pagamenti dell’industria italiana in posizione di riequilibrio.

Ad esempio, l’Italia è il terzo paese esportatore nel mondo per il settore tessile-abbigliamento, dopo Cina e Germania grazie a circa 450mila addetti e oltre 50mila aziende presenti sul territorio.

I prossimi anni saranno difficili per il mondo imprenditoriale italiano a causa del rallentamento economico a livello internazionale e della stagnazione della domanda interna. Con questo scenario di crisi, occorre che le aziende puntino sui mercati esteri per garantirsi una posizione di maggiore sicurezza imprenditoriale.

Per attuare corrette politiche di internazionalizzazione, dunque, le aziende devono individuare il paese estero e, conseguentemente, le modalità di entrata (dalla semplice esportazione di prodotti ai servizi di insediamento dell’impianto produttivo) e di espansione in quel mercato.

Le imprese italiane devono puntare oltre ai mercati tradizionali (Europa,Russia, Stati Uniti e Giappone) anche a nuove realtà emergenti come per esempio i mercati asiatici verso i quali c’è stata negli ultimi anni una sostanziale crescita delle esportazioni. Per individuare il giusto mercato in cui espandersi, occorre valutare l’”attrattività” del contesto nazionale del paese straniero con tutte le possibili opportunità e i probabili rischi legati alla scelta di investire nel nuovo mercato.

L’esportazione diretta con l’utilizzo di risorse umane e di know-how del paese di origine è la forma di entrata più usata in quanto prevede investimenti minori e garantisce un elevata diffusione dei propri marchi accompagnata ad un minor rischio. Per esportazioni dirette di successo è necessario formulare strategie di lungo periodo e costituire una struttura organizzativa ad hoc:

– una rete di vendita per l’estero dedicata allo specifico mercato selezionato;

– un agente di vendita che media tra l’esportatore e il compratore per promuovere le vendite;

– una sussidiaria commerciale che rappresenta un’unità operativa presente nel mercato estero;

– un’agenzia di traduzioni professionali che consente di fornire alle aziende esportatrici strumenti linguistici necessari per comunicare con il potenziale cliente nella sua lingua madre.

L’operazione di internazionalizzazione è necessaria per consentire alle imprese di incrementare la propria competitività e garantirsi buoni margini di profitto ma più in generale per un miglioramento della situazione economica del paese Italia in tempo di crisi.

Arte e design di interni, il made in Italy come soluzione d’austerità

Il made in Italy relativo al design di interni spesso si traduce in arredamenti e mode ad hoc e opportunamente sviluppate nel nostro Belpaese, ma qui parliamo di una tipologia alternativa di made in Italy, un modo nuovo e antico al tempo stesso di abbellire i propri interni, rievocando arti che sono proprie della storia italiana. Infatti, il cartongesso ci consente di personalizzare al meglio le nostre stanze, senza dover, per forza di cose, adeguarsi all’attitudine moderna del design “minimalista”.

Il made in Italy, per mezzo di un materiale duttile, economico e facilmente adattabile per il design o la ristrutturazione della casa, come il cartongesso, può essere un obiettivo: perseguibile con un’antica pratica rinascimentale, l’arte dell’imitazione e del neoclassicismo. Infatti, come ci insegnano parecchie sculture del periodo del Mecenatismo, quando Firenze, Capitale artistica, era dominata dalla poesia e dall’arte, dai grandi poemi e dalla corte dei Medici, l’abbellimento era dato anche dai particolari stucchi che artigiani, artisti veri e propri capaci di trasmettere emozioni, si vedevano commissionare dai signori delle corti.

Proprio l’imitazione di questi stucchi può diventare – anzi lo è già, ma è in fase di lancio – un nuovo/vecchio modo di abbellire i propri interni: imitare statue sacre e profane, stucchi e putti, abbellire ingressi e salotti con decorazioni e intarsi di altre epoche, ma rigorosamente italiane, potrebbe dare un tocco di autorevolezza alle stanze dedicate all’accoglienza nella tua casa.

Vogliamo considerare anche l’aspetto di austerità e classicità che, straniante rispetto ai tempi della tecnologia, diventerebbe quasi un contrasto, visivo e sentimentale: una novità assoluta, specie per le sensazioni che potrebbero trasmettere ai tuoi ospiti questi tocchi di classe e classicità. Una soluzione non troppo esosa per rievocare l’arte made in Italy, di quella Italia dove ancora gli stessi anglicismi (come lo è il termine stesso “made in Italy”) non erano ancora contemplati.

Il futuro economico è nel Made in Italy con i corsi dello IED e della Foil

Dalla moda al design, dalla cucina alla musica. Il marchio italiano conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo ha fatto si, che i prodotti del Bel Paese abbiano nel tempo guadagnato valore e fama. Ma come si può trasformare questo patrimonio culturale anche in un patrimonio individuale accessibile a tutti?

Arrivano, rigorosamente dall’Italia, due vie esclusive per apprendere il meglio del Made in Italy trasformandolo in  una competenza esclusiva per eccellere sui mercati.

Il primo è un MBA intitolato al Made in Italy della Foil, che si prefigge di insegnare la forma mentis del made in Italy e che si rivolge a un pubblico internazionale. Lo scopo è quello di fornire la giusta conoscenza per creare prodotti di eccellenza: un percorso di formazione in cui stile di vita e business intuition si fondono con l’aggiornamento costante, l’evoluzione qualitativa, l’affinamento di tecniche di marketing vincenti, la gestione efficiente delle risorse umane e la fedeltà al proprio core businessPer creare prodotti di vero “made in Italy”.

Per un’offerta più integrata, invece, quando si parla di cultura e stile, una scelta obbligata è l’Istituto Europeo di Design con sedi in Italia, Spagna e Brasile. E’ la scuola di design per eccellenza, rigorosamente internazionale, che attira studenti provenienti da 90 paesi del  mondo, proponendo corsi di diploma di 1° livello, triennali e quadriennali, master e summer.

Fondata nel 1966 grazie all’intuizione del suo presidente Francesco Morelli, nel tempo, è diventata un simbolo tra le scuole del Made in Italy. Un network internazionale operante nei settori della formazione e della ricerca, nelle discipline del Design, della Moda, del Visual Communication e Management.