Il vino italiano

“La battaglia, che sta portando avanti in Francia il presidente Sarkozy, per evitare la liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti, va sostenuta. Potrà essere opportuno prevederla dopo la riforma della Pac per opportunità politiche, ma va fatta e l’Italia dovrà sostenerla con forza”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura (affiancato dal presidente della Federazione di Prodotto Vitivinicoltura Piergiovanni Pistoni) nell’intervento di chiusura del Focus Vino.
Altro tema importante, per Federico Vecchioni, è quello della riforma dell’OCM Vino. “Non è riuscita in pieno ad attivare investimenti, a fare da volano all’ innovazione, a valorizzare le produzioni e incentivare i consumi. Si va verso l’eliminazione dei sostegni alla distillazione ed ai mosti. Una riflessione su come canalizzare le risorse è necessaria. Senz’altro è importante la valorizzazione del prodotto sul mercato estero, ma anche su quello interno con una promozione intelligente che tenda ad esaltare la cultura del vino e non l’abuso di alcol. Chiediamo massima attenzione per un settore così importante che, in Italia, impiega 1,2 milioni di persone, di cui 200 mila stagionali”.
Sul fronte dell’export si guarda con sempre più interesse a Paesi emergenti, a cominciare dai BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e poi da Indonesia, Messico, Sudafrica, dove i consumi stanno crescendo. Ha detto Vecchioni: “Bisogna conquistare i nuovi consumatori sui quali lo stile Italia esercita un indubbio fascino, dal vino alla moda”.

Il presidente di Confagricoltura ha così proseguito: “La difficoltà di accesso ai finanziamenti pubblici, o la struttura stessa del finanziamento, impediscono di raggiungere efficacemente l’obiettivo di far arrivare alle imprese vitivinicole risorse fondamentali. Avere una gestione delle politiche più soddisfacente è basilare in un contesto dove l’intervento pubblico conta molto, soprattutto in momenti di crisi del settore”.

Nel dibattito è stata evidenziata la necessità di avere imprese agricole che abbiano dimensioni adeguate (la superficie media aziendale è inferiore ad un ettaro anche per i vini Doc). Ha concluso il presidente di Confagricoltura: “Bisogna fare sinergia, favorire l’associazionismo anche quello societario. E’ strategico incentivare gli sforzi diretti a crescere e rafforzarsi”.

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