Archivio mensile:Gennaio 2011

Navigazione laghi: una proposta per recuperare 10 milioni

“Ho avanzato la mia proposta per affrontare i tagli ai fondi alla navigazione: si tratta di valutare la possibilità di presentare un emendamento in Parlamento, in sede di conversione del decreto  Milleproroghe, reintroducendo le risorse indispensabili a garantire il pieno svolgimento del servizio. Ci sono infatti le condizioni affinché si possano recuperare i 10 milioni di euro necessari, come già avvenuto nel 2009, utilizzando gli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti, di cui la società dispone e che per legge dovrebbero essere girati al Ministero”. Lo ha ribadito in Consiglio regionale l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo, rispondendo a un’interrogazione del Pd. Cattaneo ha ricordato anche di aver già preso contatti con il Ministero dei Trasporti e i vertici della Gestione governativa Navigazione Laghi e di aver inviato una lettera a tutti i parlamentari lombardi, “sottolineando loro la serietà della situazione e chiedendo che, in sede di Commissione, si lavori affinché vengano reintrodotte le risorse necessarie. Il contenimento dei tagli è prioritario al fine di garantire i livelli occupazionali e il pieno svolgimento del servizio navigazione, che in Lombardia ha anche funzione di trasporto pubblico locale”.

CRONISTORIA – Cattaneo ha sottolineato i punti del Dl 422/97, in base al quale “la gestione governativa per la navigazione dei laghi Maggiore, Como e Garda è trasferita alle Regioni territorialmente competenti e alla provincia autonoma di Trento, previo il risanamento tecnico-economico, di cui all’articolo 98 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616”.
“Nel 1999 – ha spiegato Cattaneo – l’operazione di trasferimento, avviata dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione, non fu perfezionata, in quanto lo Stato non mise a disposizione delle Regioni interessate – Lombardia, Piemonte, Veneto – e della Provincia autonoma di Trento le risorse necessarie al rinnovo della flotta e al funzionamento del trasporto lacuale come espressamente previsto per legge”. “Per questo – ha aggiunto – nel 2006 Regione Lombardia ha riattivato un nuovo confronto con le istituzioni regionali, costituendo un Tavolo tecnico con la collaborazione di Ferrovie Nord Milano”.
“Da un punto di vista finanziario – ha concluso – si giunse così a stimare il valore dell’intera operazione in circa 30 milioni di euro in conto esercizio (con l’ulteriore esigenza di un trasferimento annuo da parte dello Stato di 8-10 milioni in conto capitale, cui deve aggiungersi il trasferimento per il fondo Trattamento di Fine Rapporto, di 18,2 milioni) e circa 200 milioni per investimenti suddivisi tra sostituzione della flotta e interventi sui cantieri”.

L’importanza del Made in Italy in Lombardia

“Più siamo riconoscibili su un territorio specifico, più all’estero i nostri prodotti vengono identificati in maniera quasi automatica: un Made in Italy in Lombardia. E questo territorio di Sondrio dovrà essere legato alla produzione e alla trasformazione dell’alluminio”.

Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia e assessore all’ Industria e Artigianato, ha aperto così la dodicesima tappa dell”Assessorato itinerante’, che questa mattina ha interessato la provincia di Sondrio. All’Alexia Trafileria di Gordona, azienda leader nell’ alluminio, rispondendo alle richieste del presidente, Paolo Agnelli, che è anche presidente di Confapi Lombardia, Gibelli è tornato a parlare della grande importanza del cosiddetto ‘brand territoriale’ per il nostro mercato regionale. Altro tema fondamentale per Gibelli la veloce costruzione di strumenti a favore delle imprese assolutamente semplificati.

“Servono strumenti utili – ha detto l’assessore all’Industria – basta con le sovrapposizioni. Gli strumenti di Regione Lombardia devono essere facilmente identificabili. L’imprenditore deve avere ben chiaro a chi si deve rivolgere all’interno della istituzione regionale. In Regione stiamo lavorando anche per semplificare il più possibile, per facilitare così le aziende. Molte volte gli stessi proprietari delle imprese ci hanno segnalato che servono immediati interventi, perché il mercato corre veloce”.

Gibelli è tornato a ribadire con forza che è necessaria una “politica nazionale di reti di imprese soprattutto in tema di internazionalizzazione. Sul mercato internazionale non ci sono solo le grandi imprese, ma anche i piccoli si interrogano su come andarci. Per questo servono strumenti d’accompagnamento.

Ed è per questo che Regione Lombardia punta alle reti per raggiungere masse critiche sempre più importanti e che serve un ripensamento dei Lombardia Point nel mondo.

Dalla Germania un litro di latte su cinque

Con un litro di latte su cinque consumati nel nostro Paese che proviene dalla Germania che è il principale fornitore di latte e derivati dell’Italia con quasi 41 milioni di quintali all’anno in equivalente latte (latte, latticini e formaggi), ma che esporta nella penisola anche grandi quantità di carne di maiale e uova, è necessario introdurre subito l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti come previsto dal disegno di legge che dovrà essere discusso alla Camera per l’approvazione definitiva dopo il consenso raccolto da tutti i gruppi parlamentari al Senato. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia che oltre alle uova anche il latte tedesco potrebbe essere stato contaminato a seguito dell’utilizzazione di mangime alla diossina che ha portato alla chiusura di oltre 4.700 allevamenti di polli e suini in Germania. L’emergenza tedesca evidenzia la vulnerabilità di un Paese come l’Italia dove oltre il 50 per cento della spesa è anonima con due fette di prosciutto su tre vendute come italiane che sono provenienti da maiali allevati all’estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere ma chi acquista – denuncia la Coldiretti – non puo’ saperlo perché non è sempre obbligatorio indicarlo in etichetta. Una situazione particolarmente grave in occasione di emergenze sanitarie come quella in corso in Germania. Per questo ben il 97 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti, secondo l’ultima indagine Coldiretti/Swg 2010. Negli ultimi anni, con la mobilitazione a favore della trasparenza dell’informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta. Per le uova – precisa la Coldiretti – dal primo gennaio 2004 è in vigore per le uova un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere tra l’altro la provenienza e il metodo di allevamento particolarmente importante poiché secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, nei primi dieci mesi del 2010 sono state importate dalla Germania 2,7 milioni di chili di uova, (in guscio,fresche, conservate o cotte), con un aumento del 12 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. Sulle uova è stato introdotto a livello comunitario un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore.